L’oro è da sempre ritenuto il re dei metalli preziosi: ancora oggi, sebbene in misura minore rispetto ad epoche passate lontane e meno lontane, rappresenta il simbolo del lusso, dello sfarzo e della ricchezza in generale.
I motivi del valore dell’oro sono svariati e si possono riassumere in alcuni fattori chiave. Innanzitutto nella rarità del metallo e nelle difficoltà tecniche della sua estrazione. A supporto di ciò basti dire che l’oro è estratto solo in alcuni paesi del mondo, principalmente Sudafrica, Cina, Stati Uniti e Russia.
Ancor più di quanto appena detto, l’importanza dell’oro deriva da alcune sue caratteristiche: in primis la duttilità che comporta una gran varietà di applicazioni.
Il prezzo dell’oro è un valore molto fluttuante. Alcune informazioni di base sono fondamentali prima di addentrarci in un’analisi storica del come e del perché di queste notevoli variazioni. L’oro è ufficialmente quotato in dollari per oncia cosiddetta troy, ossia una quantità che corrisponde pressappoco a trentuno grammi.
Questo valore è soggetto alle regole del mercato ma la Borsa di Londra fissa due volte al giorno un prezzo che viene considerato dai mercati quello di riferimento a livello globale. La motivazione di questo price fixing è data da ragioni di semplicità e praticità nelle transazioni effettive, fisiche del metallo.
Altra informazione importante risiede nel fatto che, fino a circa la metà degli anni 80’, il Sudafrica aveva nettamente il primato nella produzione di oro, mentre oggi la quota del paese africano è drasticamente scesa a circa il 7-9%.
A livello di importazioni invece, l’India è (forse sorprendentemente) al primo posto, soprattutto a causa della legge introdotta di recente che permette ai privati di possedere il metallo prezioso.
In origine l’oro era la moneta più preziosa. Solo con l’introduzione delle banconote ha cambiato ruolo, mantenendo sempre e comunque un ruolo di garanzia per il suo valore universalmente riconosciuto e apprezzato.
Con i celeberrimi accordi di Bretton Woods, il metallo è stato legato alla valuta statunitense: per questo motivo il dollaro si comporta da “tallone” per le monete nazionali di tutto il pianeta.In seguito al 1971 l’aumento della circolazione e della quantità del dollaro americano ha reso antiquato questo sistema, nonostante ancora oggi la valutazione sia, come già detto all’inizio, in “biglietti verdi”.
Nel 1971 l’oro è stato ufficialmente quotato sui mercati internazionali con un valore, per singola oncia, di trentacinque dollari. Nel corso degli anni le fluttuazioni sono state enormi e hanno provocato grossi spostamenti di ricchezza. Nel 1980 è stato raggiunto un picco: un oncia è stata valutata ben 850 dollari. Può sembrare un valore ridotto ma in realtà va valutato alla luce del potere di acquisto e degli stili di vita del 1980: in linea di massima corrisponde a più dello stipendio medio di un impiegato italiano. Da questa data si può dire che nulla è più stato come prima: importanti variazioni sono intervenute e solo due anni dopo il valore si era più che dimezzato.
Nel 2006 il valore era, all’incirca, di 500 dollari l’oncia. Nel 2008 si è rilevato un rialzo molto importante, con un apprezzamento storico: l’oro ha raggiunto e superato i 1000 dollari di valore per oncia. 1011, 25 dollari l’oncia è stato il picco in questo periodo.
Quel che ne è seguito è piuttosto conosciuto: la forte e per alcuni versi drammatica crisi finanziaria che ancora oggi fa sentire il suo peso sulle nostre società ha portato ad un crollo delle materie prime. L’oro non è stato “risparmiato” da questa crisi e il prezzo, dopo il picco del 2008, è crollato a 710 dollari l’oncia. Dal 2009, con un rimbalzo incredibile, l’oro è risalito costantemente fino a raggiungere i 1908 dollari del 2011, un valore che ad oggi rappresenta il massimo storico. Il nuovo rimbalzo seguito al 2011 è stato causato da voci che parlavano di grandi operazioni da parte degli istituti bancari centrali di vendita del metallo.
Dal 2013 la Cina è diventata uno dei primi tre importatori e il primo produttore. La produzione infatti è più che raddoppiata solo nell’ultimo decennio arrivando a 437 tonnellate. Come detto lo storico produttore aureo mondiale, il Sudafrica, è stato ampiamente superato; stessa sorte è toccata al gigante dell’economia internazionale, gli USA: un dato che sancisce il crescente ruolo nel mercato del metallo da parte del gigante asiatico.